Forse vi sarà già capitato di vedere questa foto su internet, o in un servizio televisivo… Ma se ancora non l’avete vista, non ci crederete: è il Papa da giovane! Ho deciso di dedicare questa nuova puntata di maggio proprio a lui. “Prof., ma questo blog sta diventando un po’ troppo religioso!”. “Può darsi!...”. Può darsi, ma quello che è successo l’8 maggio è stato per me qualcosa di speciale, e vorrei fissarlo, raccontandolo qui. 

La prima a scrivermi è stata una mia amica: “Fumata bianca!!!!”. In Italia erano le 18:11, qui siamo sei ore indietro, per cui stavo preparando il pranzo da portare in negozio per mangiare con Robert. Dopo un minuto ha scritto anche lui sulla chat della mia famiglia: “Habemus Papam!”. Ricordavo che anche quando è stato eletto Papa Francesco non avevamo la tv, e avevo seguito con le amiche di casa la diretta online (qualche secondo in ritardo, per cui, come con le partite, sentivamo le reazioni reali in anticipo). Ho subito cercato la diretta di Vatican News, e ho iniziato a guardare, e intanto scrivevo a familiari e amici più vicini. Il fumo bianco usciva dal comignolo della Sistina, mentre in piazza San Pietro l’attesa e la gioia si toccavano con mano. Quella piazza era come una finestra sul mondo intero: il mondo in attesa di un uomo, di vedere quel volto. Perché? Mi ha invaso una grande commozione. Credo ci fosse molto più di una semplice curiosità: quell’attesa e quella gioia di tanti mi parlavano di ciò che anche il mio cuore desidera, una compagnia per cui “non puoi fallire a glorioso porto”, come dice Dante.

Quando un cardinale a me sconosciuto si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro, lo confesso, sì!, ho pensato per un istante fosse lui il nuovo Papa – ma poi è arrivato l’annuncio, e ancora non capivo: “Robert?? Robert che?... Avrò capito male!”. Ed il nuovo nome, Papa Leone XIV, come mio marito aveva ipotizzato (io ho pensato subito all’amico più vicino a San Francesco: “Leone, pecorella di Dio!”). Poi è apparso: il volto calmo, gli occhi ridenti, come nella foto da giovane, poi commossi di fronte alla piazza gremita di gente in festa: la voce forte, che mi ha fatto ricordare certe frasi sintetiche e potenti quasi gridate da Giovanni Paolo II. È iniziato il tam tam dei messaggi: “Un papa americano!!”. La sorpresa degli italiani, ma ancor più della mia nuova famiglia di qui. L’esplosione di gioia della figlia piccola di una coppia di amici (lei italiana, lui colombiano) appena il Papa ha parlato in spagnolo. E le connessioni che pian piano emergevano, cercate e trovate con emozione: “È stato in Perù come don Gaetano!”, “Ha studiato Matematica!” (come mia sorella), “È nato il 14 settembre come me!” (mio papà), “Ama il baseball!” (ovviamente gli Americans, che ancora non possono crederci). 

Desideriamo questa vicinanza, desideriamo, in fondo, che qualcuno possa ripeterci ancora una volta queste parole: “Dio ci vuole bene, Dio vi ama, tutti! E il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti!”. 
(Qui il messaggio completo: https://www.youtube.com/watch?v=oAHo7tWn7Os).

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