Un giorno, qualche settimana fa, eravamo a casa dei genitori di Robert e c’erano anche le nostre nipotine Emily e Maddie [i nomi sono di fantasia]. Loro giocano sempre insieme, sono cugine ma è come se fossero sorelle. Giocano anche da sole, senza alcun problema. A un certo punto mi vengono a chiamare: “Zia, vieni a vedere il nostro spettacolo?”. La scena si ripete parecchie volte (nel frattempo ceniamo, poi più volte irrompe il fratellino di Emily, creando scompiglio - e bisogna ricominciare da capo…). Mentre le osservo ripetere per la quarta o quinta volta la frase di presentazione, ogni volta diversa, penso: “E se io non fossi qui davanti a loro? Per loro non sarebbe la stessa cosa. Vogliono che qualcuno le guardi”. E penso che anche per me è lo stesso: mentre faccio qualcosa, è così diverso per me sentirmi sotto lo sguardo di qualcuno. Non un qualcuno qualsiasi, in effetti, ma qualcuno che è interessato a me. Così è anche per l’ospitalità, credo. Ne ho fatto esperienza con la...
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